
Il rapporto tra i lampadari di Murano (e in generale tutta la maestria del vetro di Murano) con la Biennale d’arte di Venezia è sempre stato molto stretto. Da oltre un secolo infatti i preziosi manufatti in vetro di Murano vengono esposti in quella che è forse l’espressione artistica più internazionale cosmopolita che abbiamo in Italia. Proprio per questo sempre più spesso a tale connessione vengono dedicate vere e proprie mostre.
L’unione tra vetro e creatività nella Biennale di Venezia
Il legame intrinseco tra i lampadari di Murano e la Biennale d'arte di Venezia ha tessuto nel corso dei decenni un percorso affascinante. Un connubio che si fa storia e che si celebra nell'evento espositivo "1912-1930: Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia", curato da Marino Barovier. Questa mostra, che si inaugura il 14 aprile 2024 nelle Stanze del Vetro, e sarà visibile al pubblico fino al 24 novembre, non è soltanto un'occasione di esposizione, ma un viaggio attraverso il tempo che rievoca l'ingresso del vetro muranese nel panorama artistico della Biennale fin dagli albori del Novecento.
L'evocazione artistica a partire dal 1912
L'anno 1912 segna un momento di svolta, quando il vetro di Murano fa la sua prima apparizione significativa alla Biennale di Venezia. Da quell'anno in poi, il suo ruolo all'interno della manifestazione diventa sempre più incisivo e costante, trovando spazio in varie sale espositive. Ma è nel suggestivo scenario del Padiglione Venezia ai Giardini, ideato da Brenno Del Giudice nel 1932, che il vetro trova la sua dimora stabile. Il padiglione, promosso dall'Istituto Veneto per il Lavoro, è un monumento tangibile al riconoscimento delle arti decorative, che grazie alla Biennale vengono equiparate alle più tradizionali forme d'arte, come la scultura e la pittura.
L'affermazione culturale di Murano e dei maestri vetrai
La Biennale di Venezia nel corso degli anni si è ovviamente evoluta, trasformandosi da semplice manifestazione artistica a una vera e propria "vetrina privilegiata" per le vetrerie muranesi e i loro artigiani. È proprio in un contesto simile che nasce uno scambio proficuo, un confronto stimolante che si alimenta dall'atmosfera artistica internazionale che la Biennale incarna. Arrivati però al decennio degli anni Settanta, la crisi porta a un periodo di transizione, con il vetro estromesso dall'evento principale e relegato all'Ateneo di San Basso. Questo spostamento segna una nuova fase, ma non attenua l'importanza storica del rapporto tra Murano e la Biennale.
L'illuminazione del passato tra storia e arte
La mostra "1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia" servirà quindi per fare il punto della situazione sul passato, esaminando attentamente le edizioni dalla X alla XVII della Biennale. Attraverso un'esposizione accurata e arricchita da documenti d'epoca, si ripercorre il panorama culturale e produttivo che ha dato vita a molte opere esposte in quegli anni. Dai primi anni, dove artisti come Hans Stoltenberg Lerche e Vittorio Zecchin collaboravano con le vetrerie muranesi, fino agli anni Venti, in cui le fornaci presentavano con orgoglio le loro creazioni migliori, questa mostra offre uno sguardo avvincente su un'epoca d'oro dell'arte vetraria.
La bellezza del vetro muranese: un patrimonio da custodire con cura
Sebbene oggi sia possibile acquistare lampade e oggetti in vetro di Murano anche online, nulla può eguagliare l'esperienza di immergersi nell'atmosfera unica della Biennale di Venezia e ammirare le opere d'arte muranesi nella loro cornice originale. Arredare con un lampadario di Murano non è solo una scelta di stile, ma un'affermazione di prestigio ed eleganza. L'isola di Murano, con le sue vetrerie artistiche e i suoi maestri vetrai, continua a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti dell'arte e della bellezza.
23/03/2024